Una nuova famiglia “adotta” il senzatetto Andrea Melone

Ci sembra doveroso continuare a dar voce a chi non è quasi mai ascoltato.

E quest’oggi il protagonista è Andrea Melone.

A Casagiove è conosciuto da tutti. Lo si vedeva spesso girare in bici e altrettanto spesso cercare un pasto caldo. Senza familiari o amici che potessero assisterlo, Andrea era uno dei tanti “abbandonati” della società.

Purtroppo non è l’unico ad essere costretto a condurre questa vita solitaria, senza dimora, senza famiglia, senza nessun tipo di aiuto o di supporto.

Come lui, tanti altri sono lasciati in balia di loro stessi.

Li incrociamo sulle panchine, coperti dai giornali, nei giardini, in piazza mentre si aggirano sperduti o nei cimiteri. Come Andrea, che nel cimitero di Casapulla, si era creato un suo piccolo angolino dove trascorrere la notte.

Sono dei fantasmi e quante volte ognuno di noi ci è passato accanto senza battere ciglio, facendoli sentire ancora più reietti e isolati.

A porgli un’ancora di salvezza sono stati don Stefano Giaquinto ed Enrico Vozza, vice comandante della polizia municipale. A dispetto dei servizi sociali, degli Assessori alle politiche sociali e del Comune di Casagiove che non hanno saputo far nulla di pratico ed efficiente per Andrea, questi due cittadini si sono messi all’opera per trovargli una dimora.

Andrea adesso risiede nella comunità di Pompei, dove è circondato da persone che lo possono aiutare, ma sicuramente il suo ringraziamento più sincero e grato va ai suoi due concittadini che gli hanno ridato la dignità perduta.

Fortunatamente la vicenda di Andrea ha un lieto fine, ma non dobbiamo fermarci qui. Prendiamo ad esempio Don Stefano e il comandante Vozza e aiutiamo tutti gli altri “fantasmi”, smettiamola di ignorarli, non lasciamoli soli.

Hanno bisogno di aiuto e tutti abbiamo la possibilità di porgere una mano, a partire dagli Assessori comunali per finire poi con il bambino più piccolo, che può donare un sorriso.

“Ciò che si deve fare è dare l’opportunità alle persone di uscire dalla condizione di grande povertà nella quale versano, con le loro forze. In tal modo esse conservano la loro dignità e acquistano fiducia in sé stesse.”

(Muhammad  Yunus, economista bengalese)

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