MATESE. Una guerra ha lo scopo di conquistare un territorio oppure di sovvertire il potere costituito per rimpiazzarlo con un nuovo regime. Gli attentati che stanno avvenendo in tutto il Mondo non hanno la forza per raggiungere questo obiettivo. Il terrorismo vuole incutere timore per ottenere una risposta repressiva da parte di uno stato e sperare che questa reazione inneschi, attraverso il conflitto sociale, un processo di disgregazione dello stato stesso. Certamente la modalità operativa negli attentati europei degli ultimi mesi è di tipo terroristico ma il fatto che sia coordinata da uno stato estero pone dei dubbi sulle finalità. L’obiettivo è incidere profondamente sulla psicologia di noi europei. Siamo a tutti gli effetti di fronte a una guerra psicologica in cui più che il numero delle vittime o dei danni arrecati all’avversario conta l’impatto emotivo e le conseguenze sul piano delle reazioni sull’opinione pubblica. Non è solo quindi un esercizio accademico domandarsi: come reagiamo davanti ad un attacco terroristico? Per rispondere a questo quesito vorrei ricordare a tutti la teoria <Mc Lean> sulla costituzione del nostro cervello umano. Secondo questa teoria nel corso dell’evoluzione si sarebbero strutturate tre fasi evolutive che da un punto di vista anatomico permangono parzialmente nella struttura del cervello per come si forma e si struttura dal momento del concepimento fino alla nascita. Le tre parti si dividono: 1. Cervello razionale costituito dalla corteccia; tipico dell’uomo in cui vengono elaborati i pensieri, le riflessioni, e le strategie per il futuro, 2. Cervello emotivo simile a quello dei mammiferi, tipo cane e gatto, in cui sono elaborati i sentimenti e le reazioni a questi stati d’animo, 3. Cervello istintivo, simile a quello dei rettili, che controlla il cuore, il respiro e i vari organi del corpo oltre a reagire istintivamente alle sollecitazione che mettono a rischio la sopravvivenza.L’atto terroristico, per il suo forte impatto sul senso di sicurezza dell’individuo nel suo territorio, vuole agire soprattutto sulla parte più primitiva del nostro cervello quella definita come cervello istintivo per provocare una turbata reazione. Tanti gli avveniment raccontati al telegiornale, dove si nota il vero gesto rabbiso di chi si oppone. La reazione avviene in tanti modi, esempio: l’impulso di strappare il velo a una signora islamica che seduta accanto gli urli “basta con queste assurde manifestazioni religiose”. Naturalmente l’ha solo pensato e non l’ha fatto ma si è meravigliato lui, uomo integerrimo e cosmopolita, dei suoi stessi pensieri. Una ragazza di origini iraniane raccontava ai giornali che spesso al suo passaggio qualcuno sputava in terra in segno di disprezzo per il suo vestiario di chiara connotazione islamica. Questi esempi mostrano come istintivamente una parte di noi vorrebbe una risposta immediata, come un bottone rosso da pigiare per mandare direttamente una bomba sul califfo. A livello di istinto vorremmo agire immediatamente, fare qualcosa colpire qualche nemico.In un secondo momento viene attivata la parte affettiva del nostro cervello con lo sviluppo delle emozioni di paura, rabbia e pena verso le persone coinvolte. Questo misto emotivo può portare, come studiato dopo l’attentato dell’11 settembre negli Stati Uniti, a insonnia, ansia e stato di allerta con irritabilità e facilità ad arrabbiarsi per futili motivi. Porteremo il nostro stato emotivo con noi anche sul lavoro ove le relazioni umane potranno risentirne o in famiglia con aumento dell’aggressività. Un ragazzo mi racconta che negli ultimi tempi, quando la sera arriva a casa il padre, è preoccupato perché una banalità può scatenare urla e rimproveri eccessivi. Se per caso cade una forchetta, rimane aperta la porta del frigo o una luce nel corridoio il padre reagisce con rabbia impulsiva. Questi tre livelli di elaborazione cerebrale non funzionano a compartimenti stagni ma interagiscono fra di loro per cui spesso il nostro ragionamento verrà condizionato dal livello istintivo o da quello emotivo. I guerrieri dello Stato Islamico sanno che è più facile e immediato agire sui livelli dell’istinto di conservazione e delle emozioni di base come la paura e la rabbia piuttosto che sul livello del ragionamento. Per questo motivo la psico-guerra lungi dal cercare motivazioni razionali ai suoi atti viene condotta sul versante dell’imprevedibilità e dell’efferatezza. Non è tanto importante uccidere qualcuno ma mostrare al mondo un modo disumano di giustiziarlo così come colpire a caso è più efficace che colpire bersagli mirati, ecco perché noi oggi urliamo ad alta voce: Basta guerre, ma sopratutto basta con la psico- guerra. Qui rischiamo davvero di far finire il nostro Mondo verso una totale carneficina. Eppure un’alternativa ci sarebbe. La scelta “urgente” per la Pace senza se e senza ma. Sappiamo che dietro queste persone manipolate e abilmente addestrate per fare quello che devono fare( terroristi) c’è l’occidente e le lobby mondiali che li armano per far accadere esattamente quello che sta succedendo. Ormai non c’è più sicurezza. Anche l’Intelligence ha fallito. La scelta di Pace è urgete, non impossibile, tutto dipende dai nostri governi, ma anche da noi. La scelta di Pace obbliga ad abbattere le cause che alimentano il terrorismo e creare le condizioni giuste per riportare ordine e sicurezza. In quelle terre dove prevale lo sfruttamento, la povertà, l’odio, causato dall’ingiustizia e dalle ferite delle guerre occorre riaffermare i diritti umani per tutti. E in ultimo diventa necessario rieducare la mente alla nonviolenza, in quanto la nonviolenza è l’unica strada possibile, è l’unica alternativa agli scontri di civiltà, all’odio e all’ annientamento dell’umanità. Pace, nonviolenza e riconoscimento dei diritti umani per tutti, queste sono le strade per salvare il salvabile, o altrimenti l’umanità sarà destinata all’estinzione. Distinti Saluti. Agnese Ginocchio e Giacinto Di Patre Movimento per la Pace Provincia di Caserta.
Attentati in Bangladesh. Agnese Ginocchio: BASTA con la psico guerra http://www.vivicasagiove.it/notizie/attentati-bangladesh-agnese-ginocchio-basta-la-psico-guerra/
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