“Dove finisce l’uomo, comincia l’umanità”
(Michel de Montaigne)
Potrà sembrare strano, ma in passato la maggior parte degli Ospedali erano enti totalmente privati, gestiti dalle Confraternite laicali. Una peculiarità di queste aggregazioni di fedeli, è proprio quella di operare la pubblica assistenza verso le persone più indigenti. Queste, al loro interno eressero vere e proprie attività a vantaggio degli ultimi: il Monte di Pietà, che fungeva come un sorta di vera e propria banca che concedeva denaro in prestito, il Monte di Maritaggi, che concedeva doti alle giovani fanciulle in procinto di nozze, e il Sacro Monte dei Morti, che fungeva da vera e propria agenzia funebre. Con tutte queste attività a scopo “benevolo”, compresa la gestione degli stessi Ospedali, questi Pii Sodalizi, non solo incrementavano il loro prestigio, ma anche e soprattutto la propria economia.
Abbiamo ritenuto opportuno incominciare il presente lavoro partendo da Caserta centro, più precisamente dall’ attuale piazza Sant’ Anna, dove un tempo era ubicata la chiesa dell’ Arciconfraternita di Santa Maria di Loreto e Anime del Purgatorio, purtroppo distrutta a seguito dei tragici bombardamenti avvenuti nel 1943, nel corso del secondo conflitto mondiale.
Accorpato all’attuale santuario di Sant’Anna, vi è un antico palazzo (oggi in fase di restauro e manutenzione) che un tempo era sede dell’Ospedale civile casertano.
La nostra curiosità sulla fondazione di questo Ospedale ebbe inizio qualche anno fa, quando il compianto Gerardo Zampella, cultore di storia locale, ci donò una copia di una sua ricerca riguardante proprio l’ente promotore dell’attività ospedaliera in Caserta nuova, la Congrega della Madonna di Loreto in persona. Questa ricerca data alle stampe nel 1998, non fu mai resa pubblica, a causa di motivazioni varie, e anche perché qualche invidioso sacerdote non accordò tale permesso nella stampa del brillante lavoro. Lo stimato Zampella, con vero piacere ci donò una fotocopia del suo lavoro storico, e da lì iniziammo a scoprire una storia casertana, sconosciuta un po’ a tutti.
Questa Pia Adunanza sotto il titolo della Madonna Lauretana seguendo la cronologia temporale basata sulle fonti archivistiche, sarebbe la seconda ad essere stata istituita nel “Real Sito di Caserta”, se consideriamo che quella dedicata a San Giovanni Battista esisteva già a partire dall’anno 1310. Domenico Morelli nella sua “Statistica delle Opere Pie della provincia di Terra di Lavoro” del 1873, ci informa che: “l’epoca precisa di una sua Erezione è propriamente il 22 luglio 1609, allorché i cittadini del Vico della Torre, dietro permesso ottenuto dal Duca di Sermoneta Principe di Caserta, umiliarono suppliche alla Curia Vescovile, onde fondare una Congrega in detto sito, e nel 23 maggio del detto anno fu dato il permesso di erigere in detto luogo la Chiesa […]”.
Dieci anni dopo, nel 1619, l’Arcidiacono don Lorenzo Amato acquistò con atto del notaio Giuseppe Casella, un giardino accanto alla chiesa della Madonna di Loreto, che donò alla Congrega omonima, con la promessa di edificare un Ospedale per il sollievo dei poveri, dotandolo di una rendita di venticinque ducati annui. Ma quest’ultima rendita certamente non poteva far fronte ai bisogni economici dell’ente ospedaliero, pare infatti che questo in breve tempo venne abolito. Nel territorio della città di Caserta vi era poi un altro Ospedale, quello ubicato sul monte, nel borgo di Casertavecchia. Il fabbricato di questo Ospedale si trovava a ridosso della chiesa A. G. P. (Ave Gratia Plena) della SS. Annunziata (oggi sede dell’ Arciconfraternita del SS. Sacramento e Sacro Monte dei Morti). Sia la chiesa che l’Ospedale risulterebbero di antichissima fondazione, se consideriamo che nel 1516 con Bolla Pontificia di Sua Santità Leone X furono entrambi dichiarati di padronato dell’Università di Caserta (cioè l’attuale Comune). Successivamente in virtù del Reale Dispaccio del 6 febbraio 1776, l’Ospedale di Casertavecchia venne soppresso, perché lontano dai centri di popolazione e pessimo per fabbricato. Da allora, fu ordinato che un altro “Nosocomio” (così veniva chiamato l’ospedale in quell’epoca) in sostituzione del vetusto sito sui monti, venisse costruito, e posteriormente fu proposto ed approvato il locale dove trovasi il già Ospedale della Congrega di S. Maria di Loreto (G. Zampella, “L’Arciconfraernita di S. Maria di Loreto e del Purgatorio”, Caserta 1998). Venendo a conoscenza dell’immenso valore storico della Congrega della Madonna di Loreto, ma soprattutto del valore sociale, che essa, attraverso il servizio dei suoi confratelli ha saputo donare agli ultimi, restiamo amareggiati dal fatto che questo Pio Sodalizio ha purtroppo perso la propria identità culturale all’interno della comunità cittadina casertana. Questo affievolirsi delle attività della Congrega lauretana è dovuto principalmente all’incuria umana, che purtroppo non riesce a trasmettere “senso di appartenenza” tra coloro che sono membri, e al loro senso di appartenenza non riescono a dare un valore pienamente storico. Anche i cosiddetti “commissariamenti” da parte delle autorità competenti, non fanno che gettare nel “dimenticatoio” questi pezzi di storia “vissuta” all’interno delle nostre comunità. Da Caserta, ci spostiamo presso Santa Maria Capua Vetere, dove è appunto situato un Ospedale civile intitolato a “San Giuseppe” e a “Giuseppe Melorio”. Questo ente per il sollievo dei malati ha una storia molto antica. Gli studi effettuati dall’illustre prof. Duca Giuseppe Picazio, affermano che un primo Ospedale esisteva già a partire dall’anno Mille, ed era ubicato presso l’atrio della Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore in Capua Vetere. Una prima aggregazione “spontanea” di pii e devoti cittadini, decise di riunirsi con il nobile scopo di soccorrere gli infermi, attraverso soprattutto gli insegnamenti cristiani. Stesso questi primi uomini pii gestirono sia la chiesa che l’annesso Ospedale a loro spese, senza la supervisione del clero cittadino. L’incremento del culto verso la Madonna del Monte Carmelo ebbe inizio tra il XIII secolo e l’inizio del XIV secolo, grazie alla missione messa in atto dai padri carmelitani, provenienti proprio dalla Palestina, che iniziarono la loro predicazione itinerante percorrendo le strade delle nostre zone. Fu allora che i fedeli laici, posero la loro vita confraternale sotto la celeste protezione della Madonna del Carmine. Successivamente a partire dal XIV secolo si adottò anche il titolo dell’ “AVE GRATIA PLENA”. Queste “Case Sante” dell’ Annunziata furono costituite nel Regno di Napoli per volere della dinastia Angioina, al fine di intercedere a favore delle numerose opere di MISERICORDIA, non solo religiose, ma anche umane e filantropiche. Pertanto la Confraternita di Santa Maria Capua Vetere assunse il titolo di: “VENERABILE REGIA LAICAL CONGREGAZIONE DELL’AVE GRATIA PLENA DELLA SS. MA ANNUNZIATA SOTTO IL TITOLO DEL CARMINE”. Questo Pio Sodalizio, gestore dell’ Ospedale di Santa Maria C. V., venne civilmente riconosciuto attraverso il Regio Assenso di Sua Maestà Carlo III di Borbone, il 30 novembre 1756 sull’approvazione dello Statuto, mentre il 5 settembre 1857 fu concesso il Decreto di Sanatoria sulla fondazione del Pio Sodalizio, da re Ferdinando II di Borbone. Dopo l’Unità italiana (1861), in seguito alla demolizione sia della chiesa che dell’Ospedale, attuata per consentire lavori di rifacimento dell’attuale piazza Matteotti, fu così che nel 1874 grazie all’interessamento dell’ Amministrazione comunale e del Consiglio dell’Ospedale “Melorio”, La Congrega ottenne l’uso perpetuo della chiesa accorpata all’Ospedale, in cui tutt’oggi officia e risiede, per portare avanti la sua storia, storia che attualmente è tramandata ai giovani grazie al senso di appartenenza dei confratelli.
Anche nella vicina Capua era presente un Ospedale gestito dalla stessa A. G. P., e la sua fondazione è simile a quella riguardante Santa Maria Capua Vetere. Nell’anno 1300 erano già in piedi le prime fabbriche dell’Ospedale, con l’annessa chiesa. Ben presto questa istituzione ebbe grande lustro e soprattutto ricchezza, non solo sotto la tutela dell’ Università (cioè il Municipio), ma anche dei sovrani del Reame napoletano, che arricchirono il Pio luogo con privilegi e concessioni.
Le nobili famiglie capuane concorsero all’ incremento continuo di questa grande istituzione a sfondo filantropico, e molte di queste famiglie all’ interno della maestosa chiesa dell’ Annunziata fecero erigere altari laterali a proprie spese. Ancora oggi la chiesa dell’Annunziata di Capua è collegata all’ edificio ospedaliero tramite un ponticello su cui è tuttora collocato un orologio.

(Caserta. Le macerie della chiesa della Madonna di Loreto, dopo il bombardamento del 1943. Sul fondo si nota il muro dell’edifico ospedaliero casertano.)
“A vantaggio degli infermi”. Assistenza ospedaliera nel circondario di Caserta http://www.vivicasagiove.it/notizie/a-vantaggio-degli-infermi-assistenza-ospedaliera-nel-circondario-di-caserta/
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