MADDALONI – Nella giornata di ieri, 27 gennaio, dedicata alla memoria della più grande tragedia della storia della civiltà umana, si è tenuta, presso la sede del Museo Civico di Maddaloni, la conferenza “Il giorno della memoria: dalla Giudecca alla Shoah”. L’evento, che ha avuto il patrocinio del Comune, è stato organizzato dal Museo Civico, dall’Associazione Culturale “Amici dei Musei”, e dall’Associazione ACTAM. Per l’occasione nella Sala Polivalente del museo sono stati esposti dei pannelli, forniti dal Centro Culturale Melagrana, che illustravano le varie e terribili fasi dello sterminio di massa nazista.

Alla conferenza, che ha visto la presenza, in qualità di uditori, di alcuni alunni delle scuole medie “E. De Nicola” ed “A. Moro”, hanno preso parte come relatori: l’Assessore alla Cultura Dott.ssa Cecilia D’Anna, la Direttrice del Museo Civico Dott.ssa Maria Rosaria Rienzo, ed il Prof. Guido Napolitano.
La prima ad intervenire è stata l’assessore D’Anna, la quale, oltre a portare i saluti del sindaco, ha ricordato la tragedia che il 27 gennaio vuole commemorare, quella dei campi di concentramento, quella dell’odio, quella dell’uomo svuotato interamente della sua identità. “Questa follia – ha dichiarato la D’Anna rivolgendosi ai ragazzi – deve servire da esempio affinché cose del genere non accadano più, e voi, che siete le nuove generazioni, avete il compito di trasmettere questo messaggio a chi verrà dopo di voi”.
E’ poi intervenuta la Dott.ssa Rienzo che nel suo intervento ha tracciato la storia della presenza ebraica a Maddaloni. “Tutto inizia da un frammento di lucerna – ha spiegato la Rienzo – dove vediamo scolpito un candelabro a 7 braccia, tipico simbolo ebraico”. La presenza ebraica a Maddaloni è documentata fin dal I sec. d.C.. Lo storico maddalonese Francesco Piscitelli ci dice che nei primi anni del V sec. d.C. S. Augusto, vescovo di Calatia, aveva intrapreso una sorta di campagna tesa a convertire i giudei della zona, tanto da inimicarsi gli ebrei più radicali che non esitarono e tendergli agguati. Nei primi anni del Medioevo, con il conseguente sviluppo di Maddaloni, gli ebrei trovarono sistemazione in una zona della città, chiamata poi “Giudecca”, fuori le mura del castello di Maddaloni. Vicino a questo luogo sorse poi la chiesa di San Pietro. Gli ebrei, a differenza dei cristiani, non erano ammessi all’interno del castello per difendersi da attacchi di uomini o di bestie feroci e, dalle notizie in nostro possesso, sappiamo che molti ebrei, in quel periodo, furono assaliti dai lupi che, secondo il Romitorio, conservato al museo, divorarono sei famiglie. La presenza ebraica a Maddaloni è documentata fino alla fine del XVI sec.: nel libro dei battezzati della Parrocchia di S.Aniello, al foglio 107, leggiamo “Io don Cola De Carluccio, ho battezzato lo schiavo dell’Illustrissimo Signor Duca Marzio Carafa, il quale si chiamava Elia…l’ho chiamato Giovanni Antonio e il suo padrino magnifico (è stato) Francesco Antonio Papa”. Sappiamo che in quel periodo di controriforma, gli ebrei venivano perseguitati, quindi è probabile che il duca Marzio abbia voluto salvare il proprio servo facendolo battezzare.
“Non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto la Direttrice – l’esperienza passata ci deve guidare verso un mondo nuovo basato sul dialogo e la pace tra tutti i popoli”.
Dopo l’intervento della Dott.ssa Rienzo, è stato letto da un alunno un brano, frutto della fantasia dei ragazzi delle scuole medie, presentato nell’ambito di un progetto scolastico del 2004, che rievocava la situazione degli ebrei maddalonesi nel Medioevo.

A chiudere la conferenza è stato il professor Guido Napolitano. “Oggi ricordiamo un genocidio che ha cancellato dal mondo uomini, donne, e bambini che avevano una sola colpa: quella di essere ebrei”. Il professore ha poi fatto menzione dei pannelli esposti in sala:”Sono il frutto di un lavoro fotografico e storico elaborato dall’Associazione Centro Melagrana dopo un viaggio ad Auschwitz. I pannelli vogliono rievocare l’esperienza mostruosa che quelle persone vissero nei campi di concentramento”.

Come sempre il Museo Civico si fa promotore di un’iniziativa che vuol migliorare la coscienza ed il sapere dei ragazzi, affermando il fermo ideale che vede nella cultura l’unico strumento per superare il buio della violenza e dell’odio. Un plauso a tutti gli intervenuti: alle associazioni che hanno voluto fortemente questo evento, e, naturalmente, al Prof. Guido Napolitano, infaticabile amante della storia e della cultura, soprattutto maddalonese, esempio di saggezza presso le nuove generazioni.
Giorno della memoria: al Museo Civico si ricorda la Shoah http://www.vivicasagiove.it/notizie/giorno-della-memoria-al-museo-civico-si-ricorda-la-shoah/
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