lunedì 11 gennaio 2016

IntimaLente: intervista a Aldo Colucciello

MADDALONI – Ieri, domenica 10 dicembre, è stato l’ultimo giorno del festival di cinema etnografico “IntimaLente”, che si è tenuto a Maddaloni anche nelle giornate dell’8 e 9 di gennaio.


Abbiamo avuto, durante questo festival, di interloquire con uno dei membri della direzione artistica di questo festival, il Dott. Aldo Colucciello, persona preparata, ma al tempo stesso molto alla mano e di elegante simpatia, che è stato ben lieto di rilasciarci un’intervista in esclusiva.


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Quali sono stati gli obiettivi che questo festival voleva perseguire?


E’ un festival dedicato alla etnografia visuale. Abbiamo scelto di appropriarci di questa definizione per evitare le dispute che si stanno avendo anche in Italia riguardo all’antropologia visiva. La cosiddetta “visual antropology” nasce negli Stati Uniti. Il termine visual si presta ad una duplice traduzione: visiva e visuale; come sempre ad una duplice interpretazione corrispondono due scuole di pensiero. Quindi, su un suggerimento di un nostro amico, membro della Visual Antropology, Michael Hensfeld, che insegna ad Harvard, che conosce molto bene l’Italia, abbiamo deciso di adottare il termine di visual etnografy. Lo scopo è quello di presentare una categoria di documentari che difficilmente passa per televisione. Infatti i documentari non sono doppiati e solo in alcuni ci sono i sottotitoli; tutto questo è stato fatto sia per rispettare le direttive degli autori,che per noi è fondamentale, sia perchè questo è un festival a budget zero.


Per lei che, insieme ad Augusto Ferraiuolo ed a Pasquale Corrado, fa parte della direzione artistica di questo festival qual è stato il video che l’ha maggiormente colpito?


Noi siamo molto sorpresi, perchè abbiamo ricevuto materiale di altissima qualità. Noi siamo un piccolo festival, esistiamo da 5 anni, ma siamo ancora un piccolo festival, rispetto ai più grandi che si organizzano in Francia o in Gran Bretagna. In Italia ci stiamo ritagliando il nostro spazio, anche perchè non ci sono tantissimi festival di etnografia visuale. Guarda se devo sceglierne un lavoro in particolare penso a “Terre di transito” di Paolo Martino che è molto attuale rispetto alla tematica dell’immigrazione, “Riz Cantonais” di Mia Ma regista franco-cinese, non male il lavoro “Open Doors” di Armen  Gasparyan dall’Armenia, ma generalmente diciamo che c’è molto da vedere. La nostra idea è sempre stata che anche se il festival ha una durata di 3 giorni, il materiale deve continuare ad essere vivo, anche per essere utilizzato per un discorso di retrospettive. Noi siamo disposti anche a fare delle proiezioni extra, anche nelle scuole: infatti la maggior parte di questo materiale è adatto ad essere mostrato ai ragazzi per fini educativi.


Maddaloni sede di questo festival: come mai questa scelta?


La scelta di Maddaloni è stata voluta perchè c’è stato l’incontro con Daniele Napolitano, anche se casuale. Diciamo che la collaborazione con Daniele è stata ottima. Non c’è un motivo concreto di questa scelta.


Come l’ha trovata Maddaloni?


Lo trovo un paese interessantissimo. Io a Maddaloni ci ho lavorato, ho documentato più volte il vostro venerdì santo, che è uno dei più interessanti della Campania. Il vostro venerdì santo è davvero molto suggestivo, ed è interessante vedere come la popolazione e soprattutto i giovani partecipino a questa funzione. Ci sono elementi stimolanti dal punto di vista documentaristico come le donne velate oppure il core delle donne, così determinate al punto di far paura.



IntimaLente: intervista a Aldo Colucciello http://www.vivicasagiove.it/notizie/intimalente-intervista-a/

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