venerdì 15 gennaio 2016

La grande scommessa: la recensione di Mauro Simonetti (dalla Rubrica ‘ViVi il Cinema’)

La grande scommessa

Genere: Biografico, Commedia, Drammatico

Regia: Adam McKay

Sceneggiatura: Adam McKay, Charles Randolph; tratto dal libro di Michael Lewis

Cast: Ryan Gosling, Christian Bale, Steve Carell, Marisa Tomei, Jeremy Strong, Brad Pitt

Anno: 2016

Durata: 130′



Trama:


Nel 2005 un intelligente responsabile di un fondo privato si accorge che di lì a pochi mesi l’intera economia americana potrebbe fallire a causa di una falla nel sistema; decide, allora, di investirci sopra, in maniera tale da non uscirne danneggiato quando l’inevitabile fallimento verrà. La notizia inizia a girare: altri investitori cominceranno a speculare sull’imminente crisi economica, scommettendo contro gli Stati Uniti d’America.


Recensione:


La grande scommessa‘ di Adam McKay è il tipico film che non ti aspetti. Prima di tutto perché dal trailer è stato presentato come una sorta di ‘Ocean’s Eleven‘ sul mondo della finanza, e soprattutto perché il regista è più che altro famoso nell’ambiente per commedie demenziali come ‘AnchormaneAnchorman 2(realizzate con il comico americano Will Ferrel) le quali, pur essendo di livello abbastanza alto rispetto alla norma, rimangono assurde commedie demenziali senza troppa psicologia o filosofia. Nessuno si aspettava un’entrata nel cinema ““impegnato”” da parte di un personaggio del genere, ma malgrado tutto ci è riuscito, con un film attuale, cervellotico e ironico.


Eppure, l’inizio della pellicola non è tra i più promettenti: un montaggio rapido, una musica energica e un personaggio che parla direttamente in camera ci offrono un quadro della situazione politico/economica statunitense, ma con uno stile che fa troppo il verso a Martin Scorsese, ricordandoci subito ‘Quei bravi ragazzi‘ o ‘The Wolf of Wall Street‘ (addirittura in una scena compare Margot Robbie, la sua stessa attrice). Il pericolo di una pura e vuota imitazione si avverte eccome. Poco dopo, però, si inizia subito ad entrare nel vivo dell’azione, con la presentazione del particolarissimo personaggio del particolarissimo Christian Bale, e da lì lo stile del film inizia seriamente a prendere forma. Il linguaggio è semi-documentaristico, ricalcando forseIn the Loop‘ di Armando Iannucci, ma creando un tipo di satira completamente diversa: mentre in quel caso era la politica anglo-americana ad essere attaccata, qui è il sistema finanziario di Wall Street, i suoi imbrogli, i suoi termini tecnici e i suoi investimenti al limite del fraudolento. La terminologia così precisa usata nel film è una delle sue caratteristiche fondamentali, quella che rende ‘La grande scommessa‘ tanto interessante nel suo essere deciso a non avere compromessi. Non che sia un film esclusivamente per addetti ai lavori, sia chiaro: spesso la narrazione stessa viene interrotta per poter chiarire alcuni concetti come CDO, credit default swap o obbligazioni AAA, concetti chiave per lo svolgimento delle varie vicende, esemplificati da personaggi famosi come la già menzionata Margot Robbie, lo chef Anthony Bourdain o addirittura Selena Gomez. Questi momenti risultano fondamentali, in quanto anche un solo minuto di distrazione può portare a uno stato confusionale che rischia di proseguire per tutta la durata della storia. ‘La grande scommessa’ è un film che richiede attenzione, ma che ripaga lo spettatore aprendogli gli occhi su un mondo di possibilità quasi illimitate come quello della finanza, mostrando come quasi tutti coloro che ne sono coinvolti finiscano per esserne irrimediabilmente corrotti. La realtà descritta nel film è quella di meno di 10 anni fa, e ogni passaggio temporale viene intermezzato da riferimenti alla cultura pop dell’epoca, in maniera tale da farci ben immedesimare nell’anno di cui si sta parlando (a tal proposito c’è un velocissimo riferimento al video comico ‘The Landlord‘, un omaggio al collega Will Ferrel). La sottile linea tra il “prendersi sul serio” e il “non prendersi sul serio” viene continuamente scavalcata, non solo riguardo la perfetta alternanza tra momenti drammatici ed altri puramente comici che quasi sfociano nel demenziale, ma anche riguardo la struttura stessa del film: più volte il narratore mette in discussione la veridicità stessa dei fatti raccontati, spiegando come alcuni di questi siano più ‘drammatizzati’ di altri, o come si siano svolti in altri luoghi o situazioni diversi da quelli effettivamente mostrati. Il linguaggio cinematografico segue la stessa linea di non-coerenza, alternando, come già detto, zoom improvvisi, jumpcut di montaggio e messe a fuoco non sempre precise per ricalcare l’aspetto pseudo-documentaristico, a movimenti di macchina più convenzionali come panoramiche e carrellate dinamiche perfettamente studiate, oltre che un montaggio rapido che segue continuamente il ritmo senza fiato della storia. La scelta dei brani musicali non è da sottovalutare, in quanto presenta un mix di generi molto distanti tra loro: si va dal metal dei Mastodon e dei Metallica al pop dei Gnarls Barkley e dei Gorillaz, passando per l’hip hop dei Run the Jewels fino al rock dei Led Zeppelin e dei Guns N’ Roses.


La grande scommessa‘ è la prima sorpresa del 2016, un film che riesce subito a catturare l’attenzione con il suo sguardo cinico e satirico, la sua sceneggiatura tagliente e spietata e il suo ottimo cast, fatto di nomi di serie A, che si cimentano in una narrazione corale in cui, però, ognuno riesce ad avere la propria voce distinta. Un film inaspettato per quelli che sono alla ricerca solo di un po’ di svago, che per forza di cose si ritroveranno davanti una profondità a cui potrebbero non essere abituati: ebbene, questo film è rivolto proprio a loro.



Voto finale: 8.5/10


 



La grande scommessa: la recensione di Mauro Simonetti (dalla Rubrica ‘ViVi il Cinema’) http://www.vivicasagiove.it/notizie/la-grande-scommessa/

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