giovedì 28 gennaio 2016

Le foto inedite de i “Deportati” a Caserta, la provocazione di Patrizio Ranieri

La giornata della memoria è passata. Oggi ne abbiam 28. Ieri è ieri oggi è un nuovo giorno.


Eppure per chi ricorda e commemora nulla finisce alle 24 di un giorno X. E noi quindi, ricordiamo anche oggi, ciò che la nostra città, Caserta, ieri ha portato in scena.


Qualcuno ha visto qualcosa di insolito?!


Abbiamo ritrovato in rete le foto della rappresentazione itinerante delle Circo/Stanze di Teatro che contraddistinguono il progetto Tradizione e Traduzione presso il Teatro Comunale di Caserta.


“Deportati” a Caserta “un lager culturale.”


Fermi tutti! E’ una definizione forte e finanche lapidaria. Rappresenta il “nulla” culturale che l’artista che vive: sente, avverte, ritrova nella propria terra interpretandone silenziosamente per le vie principali un personaggio storicamente triste ed infelice. Un personaggio che avverte sulle proprie spalle una condanna.


Molto spesso, la storia ci insegna, che l’arte veniva usata proprio per palesare un malessere, un disagio, quel che effettivamente non andasse. Ma può la cultura aver subito una condanna a morte nella nostra terra?


Apprendiamo da una pagina Fb “Tradizioni e Traduzioni” ciò che il direttore Patrizio Ranieri Ciu, palesa:” Deportati è anche una provocazione sullo stato della Cultura in città e, in senso lato, nell’intera nazione.”


Ed ancora, testualmente:


“L’occasione della Giornata della Memoria è ghiotta per una provocazione: anche i nazisti amavano l’arte ma nella direzione opposta ed appagante dell’autocelebrazione.


La cultura casertana ha purtroppo pochi parametri e preconcetti, in tal senso è nazista. Siamo la città al penultimo posto per condizioni di sana vivibilità, anche e soprattutto a causa di aspetti culturali inesistenti.

Forma e presenzialismo prevalgono sul contenuto (ove mai ci sia).


Caserta però non è che l’effetto di un malessere nazionale. L’Italia, origine della massima evoluzione dell’arte nel Rinascimento, va da anni immeschinendosi sempre più in logiche da adeguamento televisivo e pseudo politico di comodo. Tutto si strumentalizza: la camorra, la legalità, la terra dei fuochi, i gay.”


Questi attori credono fermamente nel loro progetto che vede il teatro, più di ogni altra Arte, il mezzo di Traduzione più efficace della Tradizione. Rifiutano categoricamente lo stato di stallo culturale in cui versa la città e si impegnano a reagire, a voler cambiare, a migliorare sintetizzando lo slogan del progetto:


“Caserta non solo fatti e non solo idee ma idee che nascono dai fatti e fatti che nascono dalle idee.”



Le foto inedite de i “Deportati” a Caserta, la provocazione di Patrizio Ranieri http://www.vivicasagiove.it/notizie/25282-2/

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