domenica 10 aprile 2016

CARI CANDIDATI, SIATE SINCERI E DAPPRIMA CON VOI STESSI!

CASAGIOVE. Le interminabili baruffe diplomatiche, le scaramucce interpartitiche ed i machiavellismi italici hanno battuto il tempo alla vita politica di questi anni e hanno finito per oscurare le reali dimensioni dei problemi nazionali, le drammatiche emergenze sul tappeto e soprattutto i fallimenti e il mancato mantenimento delle promesse. Gli animi più preoccupati delle sorti di un popolo non possono non cadere nella tentazione di fermarsi a riflettere. Basterebbero pochi appigli per abbandonarsi alla disperazione e lasciarsi soccombere anche dalla più diffusa esasperazione. Gli italiani sono un popolo, oramai, di esasperati messi in ginocchio da un sistema politico che detta leggi “tassative” di cui non si conosce neanche più la paternità. Ci si sentiva protetti nel sentirsi europeizzati perchè in fondo a noi non piace essere discriminati. Ma poi con la stessa forza una parte di noi si ribella ideologicamente alla stessa madre Europa che ci bacchetta. Se chiedessimo all’uomo della strada cosa ne pensa della politica non aspettiamoci risposte lusinghiere e, di certo, non possiamo biasimarlo. Eppure esiste qualcuno che nonostante tutto insiste nel credere. Insiste nella volontà di chi si propone per fare buone cose, visto che le quelle grandi non ci portano da nessuna parte. È da qui che dobbiamo ripartire, dalla realtà che ci è vicina e la possibilità di poter andare al voto non deve essere animata da uno spirito autolesionista. Abbiamo il dovere civile e morale di scegliere liberaMente chi accarezza di più l’idea del nostro futuro senza rinunciare a delle prospettive di concretezza. Non lasciamoci abbagliare dalle promesse eterne e da costrutti impossibili. Cerchiamo di essere critici e realisti. Un invito al pragmatismo va rivolto anche ai candidati. Siate sinceri e dapprima con voi stessi. Offritevi al popolo per quello che siete e non siate squali pronti a mordere. CASAGIOVE ha molto per cui combattere e voi incarnate lo spirito di ogni cittadino. Quindi non siate fabbricanti di illusioni ora e disillusioni dopo. Colpireste a morte una cittadina che viene definita un malato terminale o una città dormitorio. Ecco cosa siamo. Abbiate, quindi, rispetto di tutte le individualità e non guardateci solo come portatori sani di voto. Non mostrateci solo belle vetrine nelle quali esporre propositi e promesse che quasi mai vengono mantenute. La posta in gioco è alta e la vostra responsabilità ne è proporzionale. Quindi nell’augurarvi di puntare verso un’elevazione comunitaria, sentiamo di dirvi che vinca il migliore!



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