giovedì 30 giugno 2016

Stuprata a 16 anni e insultata su Facebook: "Se l"è cercata"

Il gip ha convalidato gli arresti in carcere per 4 dei 5 giovani accusati di aver stuprato una 14enne in un garage a San Valentino Torio, in provincia di Salerno. Tutti i ragazzi sono stati a lungo ascoltati dagli investigatori. Il referto medico sulla giovane vittima del branco e le immagini di una telecamera di video sorveglianza inchiodano i 5 che hanno segregato e abusato per ore della 14enne che ha fornito una descrizione dettagliata dei suoi aguzzini, a partire dagli abiti che indossavano e che sono stati ritrovati durante le perquisizioni in casa dei 5. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona. Un incubo che non finisce qui però, perchè la povera 14enne è stata bersaglio di commenti e insulti sul suo profilo Facebook. Compagni di scuola, adolescenti amici dei cinque o anche conoscenti della ragazza. Commenti in libertà che scatenano reazioni a reazioni dimenticando il dramma che vive una ragazzina che nel giorno del suo compleanno si trova a vivere l’orrore. “Avete visto bene come quella si concia e se ne va in giro?”. Scrive qualcuno. “L’hai voluto tu”, “Hai messo nei guai questi ragazzi per sfizio”. Sono solo alcune delle frasi che sono arrivate sul profilo facebook della minorenne.  Lo ha scritto lei stessa in un post, prima di bloccare il profilo.  “Siete ignoranti, volete difendere i vostri amici ma non sapete cosa sia accaduto e dovete tenere la bocca chiusa. Ho le mie amiche che mi danno tutta la forza di cui ho bisogno”. Non tutti i commenti sono di questo tenore. A difendere la ragazzina ci pensano le amiche, che in molte ribadiscono: “la vittima è lei, non loro”. Ed è la sua amica del cuore a difenderla con forza dagli attacchi sferzanti. “Chiamano puttana la mia amica, spero capiscano che non è colpa sua. Noi siamo guerriere anche se lei ora sta molto male. La verità è stata già detta ai carabinieri. Lei doveva solo vedere un ragazzo, come fa ogni adolescente. La colpa è loro, non della mia amica che ora non vuole più uscire di casa, non mangia e piange. Le hanno rovinato la vita e devono pagare”. Chi non intende perdonare gli aguzzini della figlia è la madre che, in un’intervista alla Città, si sfoga: “Vorrei far vedere ai loro genitori solo il luogo dove è stato consumato questo orrore, là è finita la vita di bambina di mia figlia. Magari non ha un padre ma la mamma ce l’ha e io l’ho cresciuta con le bricioline, dopo di lei ne sono arrivati altri e lei mi ha aiutato. Io a quello che ha dato quei morsi a mia figlia me lo mangio vivo”. Poi si rivolge al papà di uno dei ragazzi del branco: “Voglio dire al papà di quel bambino che ha detto che mia figlia lo ha voluto lei, che avrei capito ma non accettato la violenza di uno, ma non il gruppo”.



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