mercoledì 29 giugno 2016

Casagiove, animalisti sul piede di guerra: "Basta botti alle feste patronali"

CASAGIOVE. I festeggiamenti in città sono solitamente un serio problema per chi ha in casa un animale, perché il forte rumore delle esplosioni dei fuochi artificiali e dei petardi può provocargli molto stress, in particolar modo nei cani. E, proprio per proteggere la salute degli amici a quattro zampe durante le celebrazioni diversi comuni italiani hanno già emanato un’ordinanza che vieta l’uso dei fuochi pirotecnici a meno che non siano silenziosi. Tra questi il comune di Collecchio, in provincia di Parma e il comune di Olbia, in Sardegna. I fuochi d’artificio si faranno, ma saranno silenziosi, e a Rieti, in provincia di Roma, tempo fa sono state raccolte più di 1.000 firme da presentare all’amministrazione comunale che dovrà decidere se approvare o meno una delibera che assicuri l’uso di fuochi silenziosi, “con musica, ma senza deflagrazione”. Le opinioni sono divise su due schieramenti opposti: da un lato chi sostiene il valore della tradizione, dall’altro chi, senza voler sminuire il senso dell’usanza, sarebbe disposto a trovare una civile alternativa. Una pratica quella dell’uso dei fuochi pirotecnici che, secondo alcuni, arreca danno ai bambini, agli anziani sensibili e ai nostri amici animali. Tra i nostri lettori c’è chi ha chiesto lanterne al posto dei bottiper tutelare gli animali della città: “Sarebbe fantastico lanciare lanterne luminose in cielo, simbolo silenzioso, ma pieno di speranza come augurio di inizio di un nuovo anno”.


 


Buongiorno, 
scrivo alla vostra testata, di cui da sempre ammiro l’ indipendenza e la vicinanza al nostro territorio, quale tramite di divulgazione di un malcontento condiviso che vuole essere, più che motore di improbabili cambiamenti, spunto di sensibilizzazione per la cittadinanza tutta.
In seguito ai festeggiamenti di questi giorni, mi chiedevo da quale punto di vista, se mai ce ne dovessero essere, si possa considerare civile, educativo e divertente utilizzare per i festeggiamenti patronali “botti” – definendoli fuochi d’ artificio farei inevitabile riferimento a giochi pirotecnici di fatto inesistenti – privi di qualsivoglia effetto che non sia il boato che provocano al loro scoppio.

Mi riferisco in particolare agli anziani, e agli effetti che potrebbero derivare dallo spavento improvviso, o agli animali, soprattutto i randagi, che possono divenirne terrorizzati fino a sviluppare veri e propri attacchi di panico, per non parlare del dispendio economico, che, e credo S. Antonio mi darà ragione, potrebbe essere devoluto ad atti di beneficienza ed opere di bene.

È davvero inevitabile esprimere il fervore religioso con atti in palese contrasto con ogni più elementare forma di civiltà?

È davvero necessario mantenere a tutti i costi queste tradizioni obsolete e dal significato opinabile?

Gandhi diceva che la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali, a voi le considerazioni in merito.

Grazie.



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