Il numero due di Facebook per l’America Latina, Diego Dzodan, è stato arrestato a San Paolo in Brasile dalla polizia federale. Il motivo, spiega l’Ansa, è la mancata collaborazione di Facebook in indagini sul traffico di droga aventi ad oggetto messaggi su WhatsApp, che appartiene alla nota piattaforma sociale di Mark Zuckemberg. Il colosso di Palo Alto si sarebbe rifiutato di fornire dati alcuni profili WhatsApp e Facebook, oltre al contenuto delle loro chat. Secondo gli inquirenti in queste conversazioni i sospettati si scambiavano informazioni sul traffico di droga. Le forze dell’ordine hanno quindi agito su mandato di un giudice di Lagarto, nello Stato di Sergipe (nord-est), e tratto in arresto il vicepresidente del gruppo.
A quanto si apprende, Dzodan stava per uscire di casa per andare a lavorare quando due agenti hanno suonato alla sua porta, presentando un mandato di arresto preventivo emesso dal giudice di Lagarto. Da Facebook è arrivata prontamente una risposta piccata: “Siamo molto dispiaciuti per questa misura sproporzionata. Il caso riguarda Whatsapp che agisce separatamente da Facebook. Abbiamo sempre collaborato con le autorità brasiliane”, ha commentato un portavoce.
Non è il primo caso di questo tipo, Facebook ha già rifiutato in passato di collaborare con la giustizia brasiliana a indagini sul narcotraffico. Una mossa che provocò mesi fa la reazione della magistratura locale, che sospese per 48 ore la chat di WhatsApp. Dzodan non è il primo dirigente di un’azienda del settore tecnologico a finire nel mirino della giustizia brasiliana: nel 2012 il presidente di Google Fabio José Silvia Coelho finì in cella per non aver ritirato dalla piattaforma video YouTube alcuni video che diffamavano un candidato alle elezioni municipali.
Brasile, arrestato vicepresidente Facebook http://www.vivicasagiove.it/notizie/brasile-arrestato-vicepresidente-facebook/
Nessun commento:
Posta un commento