“Quello che sembra accaduto in tempo così lontano, in realtà, è molto vicino a noi, che siamo il compendio ed il prolungamento di quanti ci hanno preceduto.”
A chi, come me, preserva le patrie memorie… per tramandare…
Ogni individuo ha sempre sentito l’esigenza di “aggrapparsi” a qualcosa. Questo aspetto lo si evince soprattutto da un punto di vista spirituale. Quando passeggiamo per il centro storico della nostra cittadina, quante cose sfuggono alla vista (soprattutto le graziose edicole “votive”), forse per superficialità, forse per semplice disinteresse. I palazzi, le chiese, le piazze, le vie, se potessero parlare, quanto avrebbero da narrare su quello che “fu” nella nostra comunità cittadina. Gli edifici religiosi in particolar modo, tramando una storia fatta di fede, amore ed umiltà verso il Signore. Se oggi possiamo ammirare una particolare bellezza artistica all’interno delle nostre chiese, questo lo dobbiamo proprio al sacrificio, soprattutto economico, dei nostri augusti avi, per esaltare al meglio la Gloria Celeste. Si gareggiava quasi, nell’erezione di luoghi di culto, sia per volontà del popolo, sia per volontà di privati, che a proprie spese provvedevano alla “manutenzione” di questi luoghi voluti per accrescere ancor di più la propria fede.
Precedentemente al presente scritto (si rimanda a: http://www.vivicasagiove.it/notizie/santantonio-abate-una-chiesa-dimenticata-in-casagiove/), elencammo alcune chiese e cappelle, sottratte al culto ed ancora esistenti, mentre altre ormai “dimenticate”. La ricognizione di questi luoghi di culto “scomparsi” è indispensabile per sensibilizzare maggiormente i cittadini “attuali” verso le memorie cittadine, ma soprattutto per comprendere perché e in che modo ebbe inizio la devozione del popolo verso la Vergine Santissima o determinati Santi. Tra le nobili famiglie casagiovesi ricordiamo quella dei Silvagni. Questo cognome dovrebbe essere noto un po’ a tutti, poiché una delle piazze della città, è dedicata ad un sindaco di Casagiove, Pasquale Silvagni, vissuto nel XIX secolo, e di cui qualche mese fa riuscimmo a reperire una rarissima fotografia dell’epoca. Ancora oggi in piazza Silvagni è presente l’omonimo palazzo, un tempo di proprietà della stessa famiglia. Al piano terra, è visibile un locale attualmente usato per iniziative culturali e sociali. L’interno di questo piccolo locale presenta ancora la struttura tipica di un luogo sacro. Questo locale un tempo era una cappella “gentilizia” di proprietà della famiglia Silvagni, dedicata alla Madonna Addolorata. Il 27 aprile 1864, Raffaele Silvagni, padre del sindaco Pasquale, formulò alla Curia vescovile di Caserta, una richiesta per poter fondare in “Casanova” una cappella gentilizia e pubblica “nel recinto della sua casa”. Tale richiesta venne accolta favorevolmente dall’allora vescovo di Caserta mons. Enrico dé Rossi, nel rispetto di alcune condizioni dettate dallo stesso Silvagni:
1 “La cappella sarà gentilizia e pubblica con porta sporgente alla strada per comodo del popolo”.
2 “La medesima sarà sotto il titolo della Santa Vergine Addolorata”.
3 “Rimane al fondatore ed ai suoi eredi l’obbligo espresso di mantenere la cappella medesima in uno stato decente quanto alla fabbrica, alle altaristiche, ed al resto dé sacri arredi”.
4 “In ciascun anno vi si celebrino dette messe di obbligo, cioè nel giorno dedicato alla titolare, venerdì di passione, festa di S. Giuseppe, festa dello Arcangelo Raffaele – ventiquattro ottobre, festa di S. Teresa – quindici ottobre, festa di S. Pasquale – diciassette maggio, festa di S. Ferdinando – trenta maggio, ed in ultimo nella festa di S. Anna. Con tali messe da celebrarsi nei predetti giorni intendo venerare quei Santi dé quali gli attuali componenti della mia famiglia ne portano il nome”.
(Archivio Storico Diocesano di Caserta. Serie I, Unità 7, Carta 426.)
Quest’ultimo articolo è davvero sorprendente, in quanto è venuta fuori un’intera famiglia, scoprendo che il nobile Raffaele Silvagni aveva ben tre figli, tra cui il primogenito Pasquale, futura gloria casagiovese, poiché amministrerà la città nella seconda metà dell’Ottocento, periodo “turbolento” per i rapporti tra Stato e Chiesa, soprattutto a partire dal periodo risorgimentale, dove un accentuato ateismo massonico assalì molti individui. Benché oggi la cappella non sia più adibita al fine di culto, tuttavia la sua memoria non del tutto è andata dispersa. Molte suppellettili sacre ed effigi furono con molta probabilità “incamerate” dalla vicina chiesa parrocchiale di Santa Croce: La statua dell’Addolorata in cartapesta, situata nella cappella laterale sinistra della parrocchia, ornata con una corona imperiale argentea e con cuore trafitto da pugnale dello stesso materiale, La statua in cartapesta raffigurante l’ Arcangelo Raffaele con il giovane Tobia, un tempo situata in una nicchia della parete sinistra, ed oggi “conservata” lungo il corridoio che conduce alla sacrestia della parrocchia. Oltre alla “ricognizione” storica di luoghi non più esistenti nella nostra amata città, sarebbe nostro desiderio iniziare a gettare “le basi” per un lavoro cronologico riguardante sia i sindaci che nel tempo si sono succeduti alla guida di Casagiove, sia i sacerdoti delle parrocchie che con zelo e pietà hanno propagato la “Buona Novella” tra il popolo casagiovese. Come sarebbe emozionante se ha quest’ultimo lavoro di ricerca storica, partecipassero non solo le civiche Istituzioni con le autorità religiose, ma anche e soprattutto le giovani generazioni della città, accompagnate dai loro insegnanti, e perché no, anche dai loro genitori.

(Interno del locale, già cappella “gentilizia” della famiglia Silvagni, durante una mostra iconografica antoniana, allestita nel 2015 durante i festeggiamenti di sant’Antonio di Padova).
I luoghi della memoria: la cappella "gentilizia" della famiglia Silvagni in Casagiove http://www.vivicasagiove.it/notizie/luoghi-della-memoria-la-cappella-gentilizia-della-famiglia-silvagni-casagiove/
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