CASERTA. È stata battezzata Italiane la collana edita da Maria Pacini Fazzi ed ispirata alle personalità femminili che si sono scoperte determinanti per la storia culturale, sociale e politica italiana. Un’idea nata e coltivata dalla prof.ssa Nadia Verdile, che da anni dedica le sue ricerche e i suoi approfondimenti alla riscrittura di una storia delle Donne che non punti alla supremazia del “gentil sesso” e che sfati quell’atteggiamento sessista basato esclusivamente sulle differenze di genere. La prof.ssa Verdile, in qualità di curatrice ma anche di autrice, è stata una delle protagoniste del progetto che è stato presentato nella giornata di ieri 4 marzo, presso il Palazzo della Provincia di Caserta. Con lei tra i relatori Raffaella Zagaria, responsabile provinciale Pari Opportunità, Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice, Neria De Giovanni, Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari. Assente in sala l’autrice Luisa Cavalieri, scrittrice, promotrice di turismo culturale e parte del Consorzio Mediterraneo Sociale. A moderare gli interventi Aldo Antonio Cobianchi, segretario generale della Società dei Francesisti. Le letture dei testi sono state affidate alla voce di Dafne Rapuano e accompagnate dal violino di Monica Pascanello. Due ore di intensa analisi critica e costruttiva sul ruolo delle donne nella società civile, come promotrici di valori e portatrici silenziose di cambiamenti. Due ore in cui si sono pronunciate parole di riscatto e risarcimento per tre donne, le prime attrici di questa collana dai toni innovativi: Cristina Trivulzio (1808-1871), Grazia Deledda (1871-1936) e Nilde Iotti (1920-1999). Tre vite che sono state rivalutate con cura in primis dalle stesse autrici. L’intento non era quello di scrivere una biografia fine a se stessa, ma porre in essere il valore intrinseco di queste presenze determinanti per la storia italiana nel passaggio tra l’Ottocento ed il Novecento. Essere donne in tempi in cui poter esercitare le proprie competenze, i propri ideali e le proprie capacità poteva risultare fastidioso o, comunque, di nessun pregio alla stregua di quelle doti riconosciute ad appannaggio maschile. Brevemente. Per la Trivulzio Nadia Verdile si sofferma ad esaltarne la sua figura “rivoluzionaria” di patriota, idealista, scrittrice, giornalista e fondatrice dell’assistenza infermieristica femminile. Una donna che ha rifiutato gli agi della sua classe nobile per dedicarsi alla libertà individuale e poi nazionale. Intenso il suo carteggio con Mazzini, controversi e combattuti i loro rapporti. Con Grazia Deledda, invece, ci si porta al limite del pregiudizio. Scrittrice, premio Nobel e per lei quella provenienza sarda che serviva a connotarla e a categorizzarla in una forma mentis provinciale. Una delle poche, o forse l’unica, donna che è stata inserita nei testi di letteratura italiana. Cruciale. Così si definisce la vita di Nilde Iotti. Una storia, la sua, più recente ma non per questo risaputa. Per lei, madre fondatrice della costituente, è stato riservato sempre un posto all’ombra di quel suo compagno di ideali comunisti e di vita. Un Palmiro Togliatti che con il suo ruolo politico predominante ha glissato, forse volutamente o forse no, il carattere determinate di questa donna di grande spessore e qualità intellettuale. Un contributo speciale all’evento è stato quello della nota giornalista Ritanna Armeni che ci ha offerto uno spaccato sul senso del femminismo radicale e sul femminismo in quanto matrice ideologica di una consapevolezza: essere donna non significa portare avanti discorsi vacui sulla parità, ma saper cogliere le chance di potersi mettere in gioco senza dover abbissare le proprie doti individuali. Vi invitiamo alla lettura di questi libretti dal taglio maneggevole e alla portata di tutti. Voluti da donne, editi da donne e che parlano di donne, ma, come consigliano le autrici, fatti soprattutto per gli uomini.
"Italiane" racconta le donne che hanno fatto l"Italia http://www.vivicasagiove.it/notizie/30698-2/
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