giovedì 29 ottobre 2015

29 Ottobre 2015, una data impressa. Addio Cineclub Vittoria, grazie alla famiglia Mastroianni

CASAGIOVE. “Generazioni di persone in tutto il mondo ritengono la sala cinematografica un luogo di educazione”. Proprio in questi istanti tuonano più forte che mai le parole del grande G. Tornatore e proprio ora che ci accingiamo a scrivere, sta per entrare in scena la più drammatica delle rappresentazioni umane. L’ultimo consiglio comunale che ci regalerà il nulla. Come si può distruggere, senza sentirsi in colpa, i frutti di una vita fatta di abnegazione, determinazione, sacrifici e soprattutto gioie? È così che ci è rimasta impressa la figura di Annibale Mastroianni, un uomo semplice che dal nulla ha saputo far nascere un mondo in cui ogni casagiovese e, senza presunzione, ogni cittadino della provincia casertana spesso si rintanava dal reale. Con profondo rammarico si sta decretando la fine dell’epoca del “Grande Cinema”, il Cineclub Vittoria, pedina silenziosa al centro dei grandi giochi di potere. A nulla sono valse le speranze, le iniziative, le raccolte firme, gli appelli del singolo e quello della cittadinanza. I primi a scendere in campo fummo noi di ViviCasagiove con articoli di denuncia sullo stato delle cose, seguiti poi dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. L’immobilismo della classe politica tutta si rende palese ed esce allo scoperto proprio grazie al disinteresse dimostrato in questi tre anni di lotta. Dal 2013-14 i problemi economici hanno attanagliato il Vittoria a causa di una serie di infauste scelte. Certo non si poteva sperare nel miracolo, ma quello che il cittadino comune ha chiesto da subito non era di accollarsi i debiti maturati, ma quanto meno che si riconoscesse formalmente e con un atto collettivo il vincolo di tutela e salvaguardia, così come previsto dal T.U. dei BB.CC.


Art.2, comma 1, lettera b): sono beni culturali le cose immobili che, a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, rivestono un interesse particolarmente importante.


Questo uno spunto. Oramai siamo alla deriva di ogni valore di appartenenza comunitaria. Nessuna oscillazione dell’anima dinnanzi alla distruzione di una macchina di sogni, speranze, vera fucina di arti e mestieri. Un edificio del dopoguerra che in 40 anni ha saputo resistere alle sfide del tempo e della nuova era del multisale, che ha fatto scuola e che ha formato grandi attori, registi e persino un direttore di Festival cinematografici di livello nazionale. Il Vittoria, vera culla di identità artistiche, anticipatore del cinema di qualità o cinema d’essai, luogo di promozione e fruizione culturale, centro di aggregazione, biglietto da visita di una cittadina quella di Casagiove che non avrebbe avuto nulla da offrire al passante, sta per morire sotto i colpi di una ruspa. Dovremmo iniziare ad abituarci forse all’idea di veder sorgere lì un nuovo nucleo residenziale. L’ennesimo. Inutile sperare che in questi istanti in consiglio si sta tentando di raggiungere un’unanimità, un vero consenso assoluto su un atto forte che costringa il Sindaco ad attivare in extremis una manovra salva Vittoria da inoltrare alla Soprintendenza.  A nulla è valsa anche l’esaltazione dei grillini, che rappresentano una minoranza. La trasformazione speculativa dei costruttori sta prendendo vita. In un turbinio di emozioni, di indignazione e di sentimenti sovrastati dall’amaro e dal disgusto generato dall’impegno che la politica casagiovese riserva al cittadino, realizziamo anche che si sta perdendo un pezzo di storia, uno dei tasselli principali del suo mosaico che in questi giorni è stato già anche sventrato di tutto: macchinari, biblioteca, cineteca. Parole che sembrano suonare come un epitaffio. 29 Ottobre 2015, una data impressa. Addio Cineclub Vittoria, grazie alla famiglia Mastroianni.



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