mercoledì 28 ottobre 2015

Crimson Peak: la recensione di Mauro Simonetti (dalla Rubrica ‘ViVi il Cinema’)

Crimson Peak

Genere: Drammatico, Fantasy, Horror, Thriller

Regia: Guillermo del Toro

Sceneggiatura: Guillermo del Toro, Matthew Robbins

Cast: Mia Wasikowska, Tom Hiddleston, Jessica Chastain, Charlie Hunnam, Jim Beaver, Burn Gorman

Anno: 2015

Durata: 119′



Trama:


Nella Buffalo del XIX secolo, la giovane scrittrice Edith Crushing, figlia di un ricco imprenditore, si invaghisce di Thomas Sharpe, affascinante baronetto giunto dall’Inghilterra per affari. I due finiranno per innamorarsi, e lei andrà a vivere con lui in Europa, nella vecchia e cadente casa di famiglia, insieme a sua sorella. Qui Edith inizierà ad avere strane visioni di fantasmi e ricordi del passato: quella casa potrebbe nascondere più segreti di quanto sembri.


Recensione:


Il regista Guillermo del Toro è conosciuto nell’ambiente per due motivi: per essere, insieme a Alfonso Cuarón (regista di ‘Gravity‘) e Alejandro González Iñárritu (regista di ‘Birdman‘) uno dei ‘Tre Amigos del cinema’, ma anche e soprattutto per aver sempre sempre fatto un po’ il cavolo che gli pareva. Un film coi robottoni che combattono contro mostri giganti? Ecco ‘Pacific Rim‘. Un film anti-supereroistico basato su un personaggio ironico e controverso? Ecco ‘Hellboy‘ e seguito. Un film fantasy/drammatico ambientato durante la guerra civile spagnola? Eccovi ‘Il labirinto del fauno‘. E questi sono solo pochi dei tanti esempi che questo autore ci ha proposto nel corso degli anni. Un regista dalla formazione principalmente classica, ma progressista nella linea di pensiero, tendente sempre al nuovo, alla scoperta, osando ogni volta possibile: ‘Crimson Peak‘, la sua ultima fatica, non è assolutamente da meno.


Anche stavolta Guillermo del Toro ha osato, eccome, a partire dalla trama generale: si tratta, infatti, di un dramma vittoriano tinto con del buon vecchio e sano horror. I due elementi, che difficilmente oggi una persona sana di mente accosterebbe, specie per un blockbuster cinematografico di questo livello, sono invece entrambi funzionanti. Le scene horror, disseminate qua e là per rimescolare un po’ le carte in tavola, fanno il loro dovere e riescono ad avere quella giusta miscela di ansia, tensione e terrore, manifestazioni soprattutto dell’amore da parte del regista per un certo tipo di cinema: sono più che evidenti, infatti, i richiami a delle bestie sacre del settore come lo ‘Shining‘ di Stanley Kubrick, che viene omaggiato più volte in alcune inquadrature, e le atmosfere gotiche dei film del nostro Mario Bava, di cui del Toro si è sempre confessato un grandissimo ammiratore. L’intero film è immerso nel gotico più puro, a partire dalla fotografia (tendente ora all’arancione per le scene più convenzionali e ‘tranquille’, ora al verde e al rosso durante i momenti più cupi) fino alle musiche (similmente, abbiamo un’alternanza tra valzer ottocenteschi e parti orchestrali dissonanti e spettrali), passando per la scenografia, curata nei più piccoli dettagli sia da un punto di vista storico che espressionista. Eppure l’unico, vero, apparente neo del film, è la sua sceneggiatura (scritta dallo stesso Guillermo del Toro con Matthew Robbins), che non riesce a creare una struttura narrativa capace di stare al passo con tanta eleganza tecnica. Il film parte sin da subito esattamente come ci si potrebbe ‘aspettare’: un dramma vittoriano horror. Questo insolito binomio fa ben sperare nella sua trama, potenzialmente piena di colpi di scena, finezze, citazioni e qualche colpo basso ben assestato. Purtroppo poco di questo risulta essere veramente presente a film finito, e la prima sensazione che lo spettatore ha è quello di amaro in bocca, di occasione mancata. Lo sviluppo della trama e dei personaggi è, a conti fatti, un melodramma da soap opera, e persino il suo colpo di scena finale, la sua rivelazione, non sembra colpirci più di tanto, anzi, tutte le scene che seguono hanno un che di patetico considerando le azioni e i comportamenti dei protagonisti; neanche il cast, stellare, riesce a salvare la situazione.


Crimson Peak‘ è uno di quei casi di film bellissimi da vedere, ma non tanto da seguire: cerchi di fartelo piacere, cerchi davvero di convincerti che la trama è all’altezza di immagini così fini, levigate e coinvolgenti, ma ti lascia fino al suo finale con una smorfia sul viso che non vorresti fare, per una questione di amore e correttezza nei confronti di un regista tutt’altro che mediocre, ma che sembra aver compiuto il tanto temuto ‘passo falso’.



Voto finale: 6-/10



Crimson Peak: la recensione di Mauro Simonetti (dalla Rubrica ‘ViVi il Cinema’) http://www.vivicasagiove.it/notizie/crimson-peak-la-recensione-di-mauro-simonetti-dalla-rubrica-vivi-il-cinema/

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