Per chi ha avuto modo, voglia e tempo di leggere la prima parte di questo racconto fantozzianamente tragicomico, spero sia curioso di leggere il finale col botto della storia. Bene, dopo aver provato a dare una parvenza di normalità a questa giornata iniziata decisamente male, la sottoscritta ha svolto quasi tutto il suo orario scolastico, fatto di sistematici scleri causa caos sugli orari dei docenti. Il tutto contornato da un continuo aggiornamento sulla situazione calcinacci in metro A. Alla fine del proprio turno, armata di una dose tale di pazienza che manco il biblico Giobbe avrebbe avuto, la scrivente si è recata in metro normalmente fino alla fermata Ottaviano, dove, insieme all’interminabile tappeto umano di viaggiatori è stata fatta scendere per i motivi ben noti. Uscita dalla metro è salita a forza di calci, cazzotti e imprecazioni su uno dei famosissimi bus sostitutivi, naturalmente zeppi fino all’inverosimile. Il mezzo è partito stracarico percorrendo TUTTO il tratto battuto dalla metro (quindi zona turistica perciò affollatissima!). Caricando il maggior numero possibile e contenibile di anime in pena, il bus denominato da me Caronte, ha percorso lento lento il tratto arrivando a Termini dopo più di un’ora di viaggio. La qui presente, ormai rassegnata a perdere il suo amato intercity, si è avviata in stazione pian pianino, salvo accorgersi che sul binario c’era ancora IL SUO TRENO. Pensando di poterci salire si è avviata ad affrontare l’ultimo ostacolo, il famigerato controllo titoli di viaggio. Ed è lì che Fantozzi con tanto di coppola in testa ha preso le sembianze di Simona; a causa del controllo biglietti ed abbonamenti, il tempo perso è stato tale da far vedere a Simona il SUO TRENO partire lentamente. Dopo iniziale depression moment and full immersion in imprecation in Neapolitan Language, la presente è salita su un orrido, fetente e stracolmo “coso” che qualcuno osa chiamare treno regionale (che solitamente viaggia con 3 giorni di ritardo!). Il momento di buio e di follia fortunatamente è durato pochissimo, poiché Simona è rinsavita prima di Latina, ha deciso di crepare da gran signora, è scesa dal “coso”, si è messa buona buona in attesa del successivo intercity, ha, nell’attesa, consumato il suo pranzo, si è data una sistemata alla frangetta, ha testimoniato il tutto con un selfie e un post su Facebook e, in perfetto orario, è salita su un vero e proprio TRENO, arrivando a destinazione un’ora dopo il previsto con un sorriso megagalattico e un perentorio ed elegante gesto dell’ombrello rivolto al mondo…Si, la parte di Michael Douglas (senza fucile, però!) per il remake di “Un giorno di ordinaria follia” è decisamente sua!!!
“Un giorno di ordinaria follia” (Part II) (dalla Rubrica ‘La Pendolare’) http://www.vivicasagiove.it/notizie/un-giorno-di-ordinaria-follia-part-ii-dalla-rubrica-la-pendolare/
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