“The Walk”
Genere: Biografico, Drammatico
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: Robert Zemeckis, Christopher Browne; tratto dal libro di Philippe Petit
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Charlotte Le Bon, Ben Kingsley, Clément Sibomy, James Badge Dale, César Domboy
Anno: 2015
Durata: 123′
Trama:
La vera storia di Philippe Petit, il funambolo francese che il 7 Agosto 1974 realizzò in America la sua opera più ambiziosa: sospendere un filo metallico tra le Torri Gemelle del World Trade Center di New York e attraversarle con il solo aiuto di un’asta per l’equilibrio, senza alcun tipo di sistema di sicurezza.
Recensione:
È ufficiale: quando gli americani vogliono fare un’americanata, sono capaci di farlo anche senza jet che sfrecciano dietro le bandiere a stelle e strisce (vedasi: Steven Spielberg), e soprattutto anche senza che i protagonisti della storia siano necessariamente americani. Gli Stati Uniti si sono sempre rivelati come uno dei paesi più autocelebrativi quando si parla di produzione di opere d’arte (specie se si tratta di film ad alto budget), ed uno degli eventi più cari a questo tipo di corrente di pensiero è sicuramente l’11 Settembre. Un evento terribile, da cui l’America non si è ancora ripresa del tutto, un evento le cui vittime vengono ancora oggi onorate e ricordate.
Lo scopo primario di ‘The Walk‘ inizia e finisce qui: una pellicola celebrativa sulla bellezza che fu delle Torri Gemelle. Uno scopo non da poco, di spessore, ma in questo caso assolutamente fuori posto, piazzato a forza in un film che, oltre questo aspetto, sembrerebbe non aver altro motivo di esistere: ‘The Walk‘ è sbagliato sotto tanti punti di vista. Prima di tutto, giudicando il film solo in quanto tale, separandolo dalla sua ideologia e il suo messaggio, quest’ultima opera di Robert Zemeckis ha una trama che fa acqua da tutte le parti. Se non sapessi per certo che la vicenda è avvenuta realmente, farei fatica a credere a una storia del genere se me la raccontassero esattamente nello stesso modo in cui il film me l’ha presentata. I personaggi sembrano finti, le loro relazioni sono date per scontate e sembrano finte, e le parole che si scambiano sembrano estremamente finte. Il protagonista Philippe Petit (personaggio francese interpretato da un improbabile americano Joseph Gordon-Levitt) è così stereotipato da risultare quasi antipatico: non ha sfaccettature, è semplicemente ‘il tipo che alla fine del film sarà sospeso sulle Torri Gemelle’. Poi improvvisamente si ritrova fidanzato, senza un motivo apparente. Poi improvvisamente Ben Kingsley gli insegna tutti i suoi segreti decennali sul funambolismo, senza un motivo apparente. Poi improvvisamente riesce a radunare a sé tante persone casuali per aiutarlo nella sua impresa, trattandole male più volte e passandola liscia ogni volta. Non si capisce perché determinati personaggi facciano determinate cose, non si capisce quanto tempo passi da una vicenda all’altra: seguendo il film per quel che è, l’intera storia sembra essere avvenuta nel giro di un paio di settimane, mentre invece sono passati anni e anni dall’ideazione del ‘colpo’ al Wolrd Trade Center alla sua realizzazione. Poi, improvvisamente, nell’ultima mezz’ora (ricordando che l’intera pellicola dura 2 ore e 3 minuti), l’attuazione del colpo: una scena stupenda, che riesce a tenere col fiato sospeso tutto il tempo con immagini suggestive e un sonoro decisamente d’effetto nel ricreare la sensazione di vuoto data dall’altezza. Il protagonista riesce finalmente a mettere in pratica ciò che aveva sognato per settimane/anni, e noi per un momento siamo quasi felici per lui. Poco dopo, però, ci ricordiamo di tutta l’ora e mezza precedente, in cui lui era stato un completo idiota bidimensionale, un personaggio scritto malissimo e interpretato di conseguenza. Poi il finale, con i personaggi che guardano meravigliati le Torri Gemelle e commentano la loro bellezza e la loro maestosità, fino a terminare con un’immagine delle Torri stesse di notte, prima di partire con i titoli di coda. A quel punto si insinuerà nello spettatore un dubbio, che aveva già fondato le sue basi due ore prima, ma che solo ora riesce a trovare una voce: ‘The Walk‘ era un film sul gesto poetico e coraggioso di un uomo, oppure un film di sola celebrazione delle Torri Gemelle che furono? C’era davvero bisogno di un film biografico di 2 ore e 3 minuti che per l’intera sua durata sembra voler parlare di tutto tranne che della storia singolare di un uomo? La mia risposta: No.
Robert Zemeckis (che non è proprio l’ultimo arrivato, avendo realizzato film come ‘Ritorno al futuro‘, ‘Chi ha incastrato Roger Rabbit?‘, ‘Forrest Gump‘ e ‘Cast Away‘) ha diretto un buco nell’acqua. Un buco nell’acqua con trovate visuali interessanti, con una premessa originale, con una fotografia ben curata, ma pur sempre un buco nell’acqua. Un buco nell’acqua anche finto, considerando tutta la computer grafica usata per realizzare la maggior parte degli ambienti del film e quasi tutte le scene di funambolismo presenti. E il gabbiano. Chi ha visto il film capirà perché la menzione del gabbiano fosse necessaria.
Voto finale: 5.5/10
The Walk: la recensione di Mauro Simonetti (dalla Rubrica ‘ViVi il Cinema’) http://www.vivicasagiove.it/notizie/the-walk-la-recensione-di-mauro-simonetti-dalla-rubrica-vivi-il-cinema/
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