martedì 31 maggio 2016

Maturità, ci siamo. Nel liceo la benedizione delle penne

Un nuovo rito. Propiziatorio, religioso, benaugurante, di aggregazione e che, forse, fa anche squadra. Tra le nuvole e i sassi passano i sogni di tutti, passa il sole ogni giorno senza mai tardare. Dove sarò domani? Dove sarò?”. Nell’aula magna del liceo statale “Niccolò Iommelli” di Aversa, poco prima delle 13  irrompe la voce di Ligabue che canta “Domani”, la canzone che diversi artisti italiani hanno inciso in ricordo del terremoto dell’Aquila del 2009. Gli alunni delle quinte classi sono tutti qui. Ascoltano in silenzio. Tra meno di un mese affronteranno gli esami di maturità.


Don Giuseppe Marmorella, un giovane prete che insegna religione nell’Istituto, ha voluto riunirli per “benedire le penne” con le quali  affronteranno gli esami. Conscio anche delle polemiche una cerimonia del genere può suscitare. Nessun ritorno al Medio Evo. Lo precisa il parroco ma un momento di gioiosa allegria aspettando un momento particolare per la vita dei giovani ragazzi, i maturandi. E poi c’è l’aspetto più importante “E’ la preghiera che si fa la sera prima dell’esame”. Don Giuseppe la legge. E’ un’ovazione. La vogliono tutti. Poi vengono distribuite le penne proprio mentre arriva la dirigente scolastica, Rosa Celardo. “Non siamo feticisti – spiega anche lei il senso della cerimonia – Non si benedice una penna, ma si benedice la persona. Benediciamo gli sforzi che loro hanno fatto in questi cinque anni”. Tutti in piedi hanno acclamato il prete.
 Don Giuseppe tira fuori il suo Aspersorio con l’acqua santa e comincia la benedizione. Le penne sono state alzate in alto. Due volte avanti e indietro con l’acqua santa. Un applauso e un selfie finale per tutti i presenti mettono fine alla cerimonia.



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