“Suicide Room”
Genere: Drammatico
Regia: Jan Komasa
Sceneggiatura: Jan Komasa
Cast: Jakub Gierszał, Agata Kulesza, Krzysztof Pieczynski, Roma Gąsiorowska, Bartosz Gelner, Danuta Borsuk
Anno: 2011
Durata: 110′
Trama:
Dominik è un giovane liceale di famiglia benestante, un giovane sensibile e dall’indole malinconica. Dopo aver scoperto la sua omosessualità e dopo essere stato deriso per l’ennesima volta dai suoi compagni di scuola, decide di rifugiarsi in una chat di internet, nota come ‘Suicide Room’: inizierà ad inabissarsi sempre di più in questo mondo, perdendo a poco a poco ogni contatto con la ‘vita reale’.
Recensione:
Apparso per la prima volta in Italia attraverso la 41esima edizione del Giffoni Film Festival, ‘Suicide Room‘ rimane tutt’ora inedito nel nostro paese in quanto a doppiaggio e distribuzione. Come ogni pellicola passata per il Giffoni che si rispetti, anche questa ha un messaggio rivolto prevalentemente ai ragazzi di giovane età, ma, diversamente dagli altri film di questo genere, il messaggio viene presentato nella maniera meno dolce e romantica possibile e, anzi, cerca di fare della crudezza il suo punto di forza.
Il film gioca su più livelli: da una parte c’è la storia del giovane disadattato Dominik (storia focalizzata sul suo rapporto con il mondo dell’internet più crudo e distorto), mentre dall’altra le vicende dei suoi genitori, entrambi affermati uomini d’affari, entrambi intenzionati a mandare avanti la famiglia anche attraverso tradimenti, bugie e compromessi, tutto pur di mantenere una buona immagine. Nessuno dei due aspetti è da sottovalutare, dato che corrono di pari passo, anzi, l’uno completa l’altro e ognuno ci da un aspetto diverso sulla vicenda: mentre ci sono azioni del ragazzo che apprezziamo e comportamenti dei genitori che critichiamo, allo stesso tempo comprendiamo l’esageratezza delle situazioni in cui arriva a trovarsi il primo, così come la sola ‘ricerca della normalità’ da parte dei due. La sceneggiatura, oltre che a dare alcune coltellate emotive in maniera sparsa qua e là per la storia, riesce ad offrirci una trama alla fin fine già vista e rivista, ma in una maniera fresca e originale. La regia (curata dallo stesso sceneggiatore, ovvero il polacco Jan Komasa) segue questa stessa voglia di freschezza, con movimenti e stasi studiati per rispecchiare i sentimenti rappresentati, e questa cosa può essere riscontrata già nei soli primi 10 minuti: carrellate, montaggio veloce e flashback ben piazzati ci fanno entrare subito nell’atmosfera della storia, facendoci capire tutto quello che c’è da capire in poco tempo. Una pecca di questo stile è la carenza di ritmo verso la seconda metà del film, che risulta decisamente più lenta, di una lentezza quasi preparativa nei confronti di quello che sarà il finale, esplosivo e decisamente devastante. Da un punto di vista tematico, uno degli elementi di forza di questo ‘Suicide Room‘ non è tanto la rappresentazione semi-realistica del tipico ‘adolescente disadattato’ e dei suoi sentimenti, ma più che altro la visione del mondo di internet e dei suoi ‘frequentatori’ che traspare dall’intera vicenda. La chat ‘Suicide Room’ da cui prende il nome il film, è composta da persone che dicono di adulare la morte e le sue oscure vie guardando continuamente veri video di violenze, omicidi o suicidi, in una sorta di rituale purificatore. Questi personaggi si riveleranno essere semplicemente fin troppo dentro il proprio computer da fin troppo tempo per avere un contatto con la realtà, dato che al primo, reale episodio di violenza vera e tangibile si dimostreranno impauriti e disorientati, ovvero si dimostreranno semplici esseri umani, esattamente come tutti quelli che disprezzavano con tanto rancore e da cui volevano differenziarsi.
Malgrado l’atmosfera cupa e le tematiche non proprio leggere e allegre che ‘Suicide Room‘ propone, il film riesce comunque ad avere anche un inaspettato lato umoristico. Questo aspetto si limita solo alla prima metà del film, ma si insinua subdolamente nell’atmosfera generale, offrendoci (seppur pochissime) scene al limite del grottesco, capaci di strappare dei piccoli sorrisi che solo andando avanti con la storia verranno totalmente annullati a favore di ben più numerosi e rumorosi pianti. ‘Suicide Room‘ è davvero un film che ha qualcosa da dire, e soprattutto qualcosa da farti pesare sulla coscienza.
Voto finale: 7+/10
Suicide Room: la recensione di Mauro Simonetti (dalla Rubrica ‘ViVi il Cinema’) http://www.vivicasagiove.it/notizie/suicide-room-la-recensione-di-mauro-simonetti-dalla-rubrica-vivi-il-cinema/
Nessun commento:
Posta un commento