venerdì 25 settembre 2015

La Pro Loco di D’Andrea, dopo l’edicola votiva di S. Maria delle Grazie, vuole recuperare la fontana borbonica

SAN NICOLA LA STRADA. La Proloco di San Nicola la Strada, lo scorso 14 settembre 2015 aveva annunciato che avrebbe provveduto a sue spese a restaurare l’edicola votiva di Santa Maria delle Grazie situata sulla facciata dell’omonimo convitto borbonico in piazza Parrocchia. Ora, oltre al restauro della predetta edicola votiva (i cui lavori sono iniziati proprio in queste ore), la ProLoco di San Nicola la Strada ha annunciato un intervento finalizzato al recupero di un altro grande e significativo manufatto storico della città, ovvero la Fontana borbonica posta all’incrocio tra Vicolo Mirri e Via Santa Croce. Previa autorizzazione dell’ente proprietario dell’immobile – il Comune di San Nicola la Strada – la Pro Loco, presieduta da Carlo D’Andrea, ha presentato il progetto di restauro conservativo. Questa fontana risale all’epoca borbonica, ristrutturata nel 1996 e lasciata di nuovo li nell’abbandono totale. Le amministrazioni passano, la gente passa, ma quello che rimane sono i beni che abbiamo e che non devono essere abbandonati nel degrado più totale. La situazione attuale in cui versa l’opera borbonica riguarda, in particolare, il degrado dell’intonaco con rigonfiamenti e distacchi, vandaliche scritte con bombolette spray, erbacce e addirittura sversamenti di spazzatura all’interno della stessa e per finire i paletti in ghisa che la proteggevano sono stati completamente rimossi per far spazio ad un pseudo-parcheggio di auto visto la vicinanza dell’ufficio postale. È da precisare che la fontana in questione rappresenta un vera e propria testimonianza storica della città di San Nicola la Strada, infatti essa è stata realizzata nel 1851 dall’arch. Domenico Rossi su ordine del Re, così come riportato nella lettera indirizzata dallo stesso architetto all’intendente della provincia di Caserta in data 24 luglio 1851 nella quale motivava la scelta del sito. La costruzione della fontana è una traccia di notevole espressione sociale della dinastia borbonica. Infatti, le prime popolazioni indigene usufruivano dell’acqua sgorgante dai pozzi scavati nella roccia tufacea, mentre con la fontana potevano usufruire della prima acqua potabile della storia. Dopo il restauro del 1996 la fontana è stata completamente abbandonata a se stessa.



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